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Storia
Mario
Incisa della Rocchetta impianta il primo vigneto di cabernet
a Castiglioncello di Bolgheri nel 1944. La prima bottiglia di
Sassicaia, con la stessa etichetta che conosciamo oggi, esce
nel 1968.
La DOC per il vino rosso arriva solo nel 1994 e disciplina i
Bolgheri Superiore ed il Bolgheri Sassicaia, come primo esempio
di "cru" italiano. Tanti anni ci sono voluti perché
si capisse che le geniali intuizioni del Marchese Incisa avevano
creato un fenomeno particolare per la storia del vino italiano:
quel fenomeno che rende i vini bolgheresi, vini di piena e grande
espressione di "terroir", vini profondamente legati
al suolo ed al clima del territorio da cui provengono.
Vini di carattere e razza originale e personale, i più
famosi dei quali derivano da un perfetto adattamento dei vitigni
bordolesi al clima di Bolgheri, un'espressione mediterranea
di cabernet e merlot, altrettanto affascinante di quella atlantica
offerta nel loro territorio di origine. La vocazione ai grandi
vini si esprime, però, anche con i tradizionali autoctoni
Sangiovese e Vermentino, sempre molto diffusi nella zona.
Sassicaia tra i più grandi vini del mondo, ma non da
solo. Già dalla fine degli anni '80 altri produttori,
anch'essi oggi famosi, si affiancano al "mito" per
dimostrare che "grande" è l'intero territorio
e non solo il singolo vino. La DOC Bolgheri ha avuto una rapida
espansione negli ultimi dieci anni, passando dai 250 ettari
della fine anni '90 ai 960 attuali. Le aziende attualmente associate
al Consorzio sono 31 su circa 45 operanti sul territorio.
Il 14 dicembre 1995 si costituisce il Consorzio per la Tutela
dei Vini Bolgheri DOC . Risultano soci fondatori il Marchese
Nicolò Incisa della Rocchetta, Rosa Gasser , Eugenio
Campolmi, Enio Frollani, Michele Satta e Federico Pavoletti.
Il Consorzio adotta per simbolo il cipresso, elemento caratterizzante
della campagna toscana, ma divenuto celebre, in questa zona,
per il famoso viale che unisce Bolgheri a San Guido. I sei chilometri
di rettilineo, monumento nazionali di quasi tremila piante,
furono ideati da Guidalberto della Gherardesca nella seconda
metà dell'800 e vennero resi famosi dalle poesie di Giosuè
Carducci. Questa lunga e solidale teoria di piante rappresenta
la coesione dei produttori che si sono voluti aggregare in un
gruppo compatto, inteso a valorizzare, promuovere e difendere
la viticoltura di qualità nel territorio.
Il Consorzio, la cui sede operativa è situata proprio
sul famoso viale dei cipressi, riunisce le tre categorie professionali
dei viticoltori, vinificatori e imbottigliatori coinvolti nella
filiera di produzione dei vini Bolgheri DOC. È interessante
rilevare che nella zona operano per la maggior parte produttori
imbottigliatori, che chiudono il ciclo di produzione di uva
- vinificazione ed imbottigliamento, mentre sono assenti le
cantine sociali e le realtà cooperative.
Le aziende associate costituiscono una larghissima maggioranza
delle aziende operanti sul territorio, soprattutto in termini
di quantità di vino imbottigliato. Accanto alle grandi
aziende che hanno fatto la storia vinicola della zona, ormai
conosciute a livello internazionale, operano molte aziende di
piccole dimensioni, ma la cui caratteristica è quella
di aver sempre perseguito lo stesso cammino qualitativo indicato
dai produttori più celebri. Tra le finalità istituzionali
del Consorzio è ritenuta di grande importanza quella
relativa alla ricerca ed alla possibilità di realizzare
vigneti e strutture necessarie alla sperimentazione in campo
ed in cantina per lo sviluppo ed il miglioramento continuo della
qualità delle uve e dei vini.
A questo proposito il Consorzio ha attuato due campagne di zonazione
in collaborazione con L'Università Statale di Milano
e con il Prof. Attilio Scienza. Il 27 giugno 2006 il Consorzio
ha provveduto ad apportare alcune modifiche al proprio statuto,
al fine di adeguarsi ai dettami del D.M. 29/5/2001 relativi
al piano dei controlli. Il Consorzio sta procedendo ad effettuare
tutti i passaggi necessari per ottenere l'autorizzazione all'effettuazione
dei controlli "erga omnes". |
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Territorio
L’area
di produzione corre parallela alle spiagge della Maremma settentrionale
situate in provincia di Livorno, nel Comune di Castagneto Carducci.
Ad est una catena di colline CORRE TRA Bibbona e Castagneto
e protegge vigneti e oliveti dai gelidi venti del nord, che,
durante l’inverno, provocano spesso micidiali gelate.
In estate, invece, questo corridoio è percorso da venti
rinfrescanti che si generano tra le valli del fiume Cecina a
nord e del torrente Cornia a sud.
Gli anziani dicevano che non si potevano fare grandi vini in
vicinanza del mare. Per questo il primo vigneto del Sassicaia
fu piantato, nel 1944 a Castiglioncello di Bolgheri, esposto
ad est e a 400 m. slm. Oggi si è dimostrato che è
proprio la vicinanza del mare a dare grandi vini. I vigneti
più qualitativi si trovano tutti ai piedi delle colline
e nella pianura tra Bolgheri e la zona sud di Castagneto. I
venti rinfrescanti che provengono dal mare e le discrete escursioni
termiche di agosto e settembre provocano delle maturazioni lente
e regolari di tutte le componenti qualitative dell’uva,
zuccheri, polifenoli e aromi, e contribuiscono a mantenere alta
l’acidità, necessaria per dare equilibrio ai vini.
Il microclima di Bolgheri si avvale anche di una forte luminosità:
oltre a quella diretta del sole, si ha un effetto di riflessione
da parte dello specchio di mare situato ad ovest.
La temperatura media annuale è di circa 14°C, con
18,6°C da aprile a settembre, di 7,5°C da dicembre a
gennaio e di 24°C in agosto.
La piovosità media annua è di circa 600mm, con
piogge statisticamente ben distribuite: più abbondanti
durante lo sviluppo vegetativo, meno frequenti durante la maturazione
del frutto, poi di nuovo abbondanti dopo la vendemmia. Il mese
più secco è luglio.
Geologia
La ricerca di zonazione condotta con la collaborazione dell’Università
di Milano del Prof. Attilio Scienza, ha dimostrato che i terreni
di Bolgheri hanno una grande variabilità in un ambito
piuttosto ristretto.
Vi sono dei terreni alluvionali, di origine fluviale, con ciottoli
tondi depositati dagli antichi corsi d’acqua. Il nome
Sassicaia deriva proprio da questa caratteristica. Vi sono terreni
di origine marina, con sabbie eoliche, dei calcari e delle argille.
E ancora rocce vulcaniche provenienti dalle Colline Metallifere
ad est.
Troviamo così suoli argillosi, argillo-sabbiosi o sabbiosi-argillosi,
argillo-limosi, o completamente sabbiosi. Le riserve d’acqua
e gli elementi nutritivi variano così di molto da una
zona all’altra.
Questi suoli si trovano disposti su terrazze a diversi livelli,
cosicché la struttura generale riesce mediamente a mantenere
l’umidità in profondità, restituendola nei
periodi siccitosi.
Secondo le ricerche di Lizio-Bruno, si possono individuare tre
grandi zone: le colline, la zona intermedia e la zona più
vicina al mare. Sulle colline si trovano i depositi alluvionali
più antichi. L’alluvione ciottolosa sulla quale
si trova il vigneto Sassicaia è inoltre caratterizzata
da una buona presenza di ossido di ferro. In basso i depositi
fluviali sono più giovani e si mescolano, ad ovest, con
quelli marini.
Vigneto e Vitigni
La densità dei vigneti è molto variabile. I più
vecchi hanno una densità di 5.500-6.000 ceppi per ettaro,
mentre in alcuni più recenti si arriva alla soglia dei
10.000 ceppi per ettaro, con necessità di utilizzo di
trattori scavallanti. La maggioranza dei nuovi impianti si attesta
oggi su una densità di circa 7.000 ceppi per ettaro.
Il sistema di allevamento prevalente è il cordone speronato
singolo, ma non mancano esempi di guyot e addirittura di alberello.
I vitigni più impiantati sono ovviamente quelli la cui
vocazione è stata largamente dimostrata da Sassicaia
prima e dagli altri storici, Ornellaia, Grattamacco, Macchiole,
Guado al Tasso, Satta, dopo.
Si tratta di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot. La
sperimentazione che dura ormai da quasi un ventennio, ha dimostrato
le grandi potenzialità di altri vitigni come la Syrah
ed il Petit Verdot. Il Sangiovese continua comunque ad avere
un suo zoccolo duro di sostenitori. Per i vini bianchi, il Vermentino
è attualmente il più impiantato. Il Sauvignon
Blanc, dopo alterne vicende, sta ritrovando una sua dimensione
altamente qualitativa, ed è spesso affiancato dal Viognier.
ZONAZIONE - CARATTERISTICHE CLIMATICHE
E PEDOLOGICHE DELL’ AREA DI BOLGHERI
La viticoltura dovrebbe essere vista in funzione dell’obiettivo
enologico che si vuole ottenere ed ogni obiettivo dovrebbe essere
realizzato in un determinato ecosistema viticolo.
Lo studio del territorio di produzione di una DOC mira all’
individuazione di zone ottimali dal punto di vista pedologico
e climatico per vitigni con esigenze diverse.
L’esito dell’interazione tra vitigno, clima e suolo
esprime la vocazionalità viticola di una determinata
area atta a realizzare la migliore espressione produttiva e
qualitativa del vitigno stesso.
Il lavoro di zonazione ha permesso di valutare in modo corretto
il rapporto tra vitigno e ambiente e per apprezzare la diversità
dei vini ottenuti in un determinato territorio al fine di una
giusta valorizzazione e promozione.
Da una prima fase di acquisizione delle informazioni sul territorio,
si è passati alla caratterizzazione della zona viticola
attraverso indagini climatiche e pedologiche.
Tali indagini hanno permesso di calcolare alcuni indici bioclimatici
e di dividere il suolo in diverse classi al fine di individuare
le caratteristiche più idonee per una produzione viticola
di qualità.
L’ indagine agroclimatica si è posta come obiettivo
la descrizione delle caratteristiche del territorio in termini
di risorse e vincoli per la coltura della vite.
Il clima dell’ area viticola di Castagneto Carducci mostra
caratteri sostanzialmente mediterranei, con estati calde ma
non afose ed inverni abbastanza freddi e discretamente piovosi;
le precipitazioni medie si collocano intorno ai 600-650 mm,
con minimo estivo e massimo autunnale; le nevicate sono relativamente
rare e per lo più scarse. Le temperature medie estive
sono di 21.5-23.5 °C e le medie invernali di 7-9 °C.
L’ area presenta un clima temperato caldo, tipico della
maggior parte della fascia litoranea della nostra penisola e
si caratterizza per temperature medie annue comprese fra 14.5
e 16.9 °C, una media del mese più freddo fra 6 e
9.9 °C, quattro mesi (giugno, luglio, agosto e settembre)
con medie termiche superiori a 20 °C.
L’ analisi delle caratteristiche climatiche mostra un
ottimo livello dei valori radiativi, termici e pluviometrici,
che sono allineati a quelli riscontrati nelle migliori aree
viticole italiane e mondiali.
L’ analisi del rischio di eventi meteorologici critici
per la produzione viticola (basse temperature invernali e tardive,
siccità) mostra che i livelli di rischio si collocano
su valori tali da non pregiudicare la viticoltura.
I risultati ottenuti consentono di concludere che i caratteri
agroclimatici dell’ area indagata ne fanno un territorio
vocato per una viticoltura di qualità.
L’ indagine geopedologica ha interessato l’ area
compresa tra il limite con il Comune di Bibbona a nord e il
limite con il Comune di S. Vincenzo a sud ed infine le aree
della fascia pedemontana a est.
Il paesaggio è costituito da un’ area collinare
con quote massime intorno ai 200 m s.l.m. e da due superfici
principali caratterizzate da sedimenti del pleistocene, una
avente quote comprese tra i 130 e i 35 m s.l.m., l’ altra
situata a quote comprese tra i 35 e i 20 m s.l.m.(zone dei “terrazzi”).
In direzione della costa tirrenica si incontrano invece aree
costituite da sedimenti sabbioso-grossolani di origine eolica
(zona delle “dune”).
Nel territorio di Bolgheri, a causa dell'incontro di terreni
autoctoni con terreni alluvionali di riporto, si possono individuare
diverse tipologie di suolo.
Complessivamente sono state individuate 27 unità pedologiche,
organizzate in 16 unità di paesaggio, a loro volta raggruppabili
altimetricamente in poche grandi unità (dune, alluvioni,
terrazzati, collina e collina interna, alta collina).
Numerose aree sono comunque caratterizzate da un’ elevata
eterogeneità geopedologica dei suoli.
Le differenze tra le unità di paesaggio possono essere
facilmente comprese analizzando la tessitura dei suoli: essi
variano da sabbiosi (Greppi Cupi, Cerreta) a franco-sabbioso-argellosi
e sabbioso-argillosi (Accattapane, Castagneto, Contessine, Porcarecce),
ad argillo-sabbiosi (Grascete, Sassicaia) fino ad argillosi
o argilloso-limosi (Ornellaia, Segalari).
I suoli sono di frequente da debolmente alcalini ad alcalini
(pH da 6.93 a 8.55), presentano salinità trascurabile
e non manifestano problemi legati a presenza di sodio e calcare
attivo.
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Superficie Aziendale...... 960
ha
Indirizzi Produttivi............. Viticolo
Produzioni.......................... Vino |
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Vino
- Alcune
delle aziende associate offrono vendita al dettaglio delle proprie
produzioni garantendone la tracciabilità degli appezzamenti
di produzione. |
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Agriturismo
- Il
nostro territorio è il luogo ideale per chi cerca il
riposo della mente, la tranquillità della campagna, la
gente semplice e le buona cucina, caratteristiche tipiche di
alcune delle nostre aziende associate. |
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Previo
appuntamento le aziende associate offrono visite guidate presso
le loro cantine e vigneti con degustazioni e abbinamenti cibo
vino |
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