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Storia
Le prime notizie certe su Rogliano, sede attuale della Comunità
Montana del Savuto, risalgono al 1638, anno in cui un disastroso
terremoto provocò moltissime vittime.
La ricostruzione che seguì, portò degli inevitabili
stravolgimenti all’assetto urbano e urbanistico del
paese: il centro abitato si spostò più a monte
assumendo una caratteristica forma a ferro di cavallo.
L’attività economica principale, pur rimanendo
quell’agricola, si spostò sulla produzione della
seta e sull’artigianato: fiorirono gli scalpellini,
i mastri fabbricatori, i commercianti. Nel giugno del 1745
Rogliano fu dichiarata “Città”.
Prima denominato Rogliano Spani, assunse nel 1861 il toponimo
di Rogliano.
Più tardi si formò la grande Rogliano con una
giurisdizione che includeva quasi l’intero circondario,
ma durò poco perché i comuni di Mangone e Parenti
si separarono da Rogliano nel 1934, Marzi e Santo Stefano
di Rogliano nel 1937.
Anticamente il vino prodotto in questa zona era conosciuto
con il nome di "Succo di Pietra". La coltura della
vite, fece attribuire, com'è noto alla Regione Calabria
la denominazione di Enotria , vale a dire "terra del
Sud ove si coltiva la vite". Ai tempi di Plinio, i vini
oggi chiamati Donnici e Savuto erano ricercatissimi. Tra essi
primeggiava il Previtaro bianco dal delicato aroma e il Fulvus
(zuccariello del Savuto) di sapore squisito, profumato di
viola mammola, entrambi del bacino del Savuto.
La coltivazione della vite rappresenta tuttora un settore
produttivo non trascurabile della Regione e in particolare
del territorio di Rogliano e Marzi. Nel 1975 ha ottenuto il
riconoscimento della DOC con DPR 19 maggio 1975.
Trattasi di un vino di colore rosso rubino più o meno
carico o rosato, dal sapore pieno , asciutto, con profumo
caratteristico, gradazione alcolica minima naturale di 12
gradi, immesso al consumo con una gradazione alcolica complessiva
di 12.5 gradi. Può portare in etichetta la qualificazione
superiore a seguito di un periodo di invecchiamento obbligatorio
di due anni.
La comunità montana è un ente territoriale locale
italiano istituito con legge 3 dicembre 1971, n. 1102 e ora
disciplinato dall'art. 27 del D.lgs. 18 agosto 2000, n. 267
(Testo Unico sugli Enti Locali).
Si tratta di un ente pubblico ad appartenenza obbligatoria,
costituito con provvedimento del presidente della giunta regionale
tra comuni montani e pedemontani, anche appartenenti a province
diverse. Lo scopo è la valorizzazione delle zone montane,
per l'esercizio di funzioni proprie conferite, nonché
l'esercizio associato di funzioni comunali.
La
Comunità Montana è interconnessa con la intranet
del Sistema
Informativo della Montagna, un servizio operativo in 751
centri di servizi ai cittadini ed ai comuni montani, distribuiti
su tutto il territorio nazionale, garantendo la connettività
e l'interscambio su tecnologia internet tra questi e con altre
amministrazioni fornitori di servizi quali il Ministero delle
Finanze e l'INPS.
Il SIM supporta servizi per la gestione e consultazione di
informazioni territoriali provenienti da diverse fonti, al
fine di fornire uno strumento operativo per la prevenzione
e previsione dei rischi, per la gestione del territorio, per
snellire e semplificare i procedimenti amministrativi. Si
collocano in tale ambito servizi quali la gestione di pratiche
per l'autorizzazione amministrativa relativa all'utilizzo
del territorio nelle zone ricadenti nei parchi (certificazione,
ecc.).
Il SIM è stato progettato come un sistema come sistema
di servizi su rete per l'attuazione dei processi di decentramento
in atto. In tal senso, è pensato come integrabile con
altre reti e sistemi di servizi.
La
comunità montana adotta piani pluriennali di opere
ed interventi e individua gli strumenti idonei a perseguire
gli obiettivi dello sviluppo socioeconomico, ivi compresi
quelli previsti dalla Unione europea, dallo Stato e dalla
regione, che possono concorrere alla realizzazione dei programmi
annuali operativi di esecuzione del piano.
In questa ottica la Comunità Montana del Savuto ha
bandito nell'anno 2005 un Appalto-Concorso per la "Costituzione
del Catasto degli Incendi Boschivi (vedi
normativa in materia) e la realizzazione di un Sistema
Informativo Territoriale".
La gara è stata aggiudicata alla società AGRICONSULTING
S.p.A. di Roma, che ha provveduto alla:
•
rilevazione delle aree boscate percorse da incendio negli
anni 2000/ 2001/ 2002/ 2003/ 2004;
• acquisizione del catasto terreni delle zone bruciate;
• perimetrazione delle particelle catastali percorse
dal fuoco (Catasto Incendi);
• realizzazione di un Sistema Informativo Territoriale
(Internet based), che consente a distinte tipologie di utenti
di accedere a specifici strati informativi.
E' stata realizzata una applicazione in grado di supportare
le attività operative connesse alla apposizione e gestione
dei vincoli, secondo quanto previsto dalla dello Stato n°
353/2000 e successive modificazioni e integrazioni.
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Territorio
La
Comunità Montana del Savuto ha un territorio
di 393,73 kmq, costituito dalla superficie di 17 comuni
della provincia di Cosenza, (Aiello Calabro, Belsito,
Bianchi, Carpanzano, Cellara, Colosimi, Grimaldi, Lago,
Malito, Mangone, Marzi, Panettieri, Parenti, Pedivigliano,
Rogliano, Santo Stefano di Rogliano, Scagliano) tutti
classificati interamente montani:
confina a Nord con l'area metropolitana del capoluogo
e a Sud con l'estremo lembo nord occidentale della provincia
di Catanzaro, si congiunge ad Est con la Sila Grande
e la Sila Piccola, si sviluppa a Ovest per gli altipiani
di Lago e di Aiello Calabro, fino alla vista del mar
Tirreno, a pochi chilometri da Amantea.
Un territorio, dunque in contiguità con la concentrazione
urbana di Cosenza ed in posizione strategica di collegamento
tra la costa tirrenica e la Sila, che d'altra parte
si svolge in un paesaggio collinare e montuoso fortemente
corrugato, per il 60% a quota superiore ai 600 metri,
frammentato da un reticolo idrografico intensamente
articolato, con corsi d'acqua a regime spiccatamente
torrentizio e alvei di norma incassati tra sponde ripide
e pendenze che si accentuano nella zona mediana ed in
quella occidentale del bacino, dove i fenomeni di disordine
idraulico e di dissesto idrogeologico si manifestano
più attivamente.
Il clima tipicamente è mediterraneo con intense
e rovinose precipitazioni annuali e calde e siccitose
estati.
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