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  Via Lodovico Ariosto, 30 - 20145 Milano - Tel. +39.02.48561301 Fax +39.02.48013031 www.etvilloresi.it
 
Storia

Il Consorzio di Bonifica Est Ticino-Villoresi, costituito in base alla legge regionale n. 59/84 ed al Decreto 7647/90, è l'erede del Consorzio di Bonifica Eugenio Villoresi costituito nel 1918: di questo ha mantenuto la gestione del canale omonimo a cui si sono aggiunti a partire dagli anni '80 i Navigli Grande, Pavese, Martesana e Bereguardo e i territori a sud dei navigli.

La pianura milanese tra Ticino e Adda è caratterizzata da una grande ricchezza di acqua di superficie e di falda.

La città di Milano deve il suo nome proprio a tale presenza: infatti secondo studi accreditati il nome latino "Mediolanum" troverebbe la sua origine in una etimologia che significa "in mezzo alle acque".

Ciò malgrado, a differenza delle grandi Città della storia, Milano non è nata su un fiume, tant'è vero che furono i cittadini milanesi che realizzarono la rete di collegamento ai principali corsi d'acqua circostanti, sin dall'epoca della conquista della valle padana da parte dei romani.

E' noto come essi furono maestri nella gestione delle acque, e le tracce di manufatti idraulici presenti ovunque nel mondo classico, testimoniano ancora oggi l'ingegnosità e l'ardimento delle opere realizzate ormai 2000 anni fa.

In Milano in particolare si hanno testimonianze archeologiche delle terme alimentate con acque ivi addotte dalla Roggia Vepra o (Vetra). La Roggia Vettabbia, che collegava l'abitato con il Lambro, deve il suo nome al termine latino "victualia" ovvero vettovaglie, che per questa via di acqua raggiungevano l'abitato dalle zone di produzione.

Altri nomi caratteristici del reticolo idraulico milanese hanno la loro origine in secoli lontani. Valga per tutti il Redefossi, fossato che circondava la Città e fu distrutto da Federico Barbarossa, ma poi ricostruito dai milanesi dopo la battaglia di Legnano, ribattezzandolo con questo nome che ne sottolinea il ripristino.

Durante il Medio Evo fu merito dei monaci cistercensi l'organizzazione del primo complesso di opere di irrigazione dei terreni di competenza dei monasteri, che in queste zone furono realizzati.

Il Ticinello, realizzato agli albori del secondo millennio, fu il primo esempio di canale realizzato per portare verso la Città acque di un fiume che distava dalla stessa una giornata di viaggio; ma si deve attendere l'epoca viscontea con gli ingegneri Filippo degli Organi e Aristide Fioravanti, per vedere concretizzarsi i primi tratti di quello che sarebbe destinato a diventare il sistema dei navigli milanesi, che oggi noi possiamo vedere nella sua interezza, costituito dal Naviglio Grande (XII^ sec.), Naviglio Piccolo o Naviglio Martesana, Naviglio di Bereguardo (XV^ sec.), Naviglio di Paderno (XVIII^ sec.) e Naviglio di Pavia (XIX^ sec.).
In questo scorrere di secoli la pianura milanese ha visto passare eserciti di tutte le maggiori potenze europee.
Passata l'epoca dei Visconti e degli Sforza, ci furono il dominio spagnolo, seguito da quello austriaco, con la breve parentesi napoleonica.

Ognuna di queste dominazioni ha lasciato la propria traccia anche nelle grandi opere civili, quali appunto la rete viaria ed idraulica, il cui scopo non era solo quello del trasporto commerciale, ma sicuramente anche del trasporto militare.

Tuttavia la grande quantità di acqua regimata per garantire la percorribilità dei Navigli ha avuto una notevole ripercussione sull'attività agricola, che dalla grande abbondanza di acqua ha tratto un forte impulso.

Vale la pena precisare in questo rapido excursus, che il Naviglio Martesana realizzato per collegare Milano all'Adda, fu concepito con preminente orientamento irriguo, tant'è che alla navigazione erano riservati solo due giorni alla settimana, mentre nei rimanenti giorni le acque prelevate dal Fiume erano destinate all'irrigazione ad integrare le poche acque presenti, di origine meteorica o derivate dai fontanili.

Al contrario é altrettanto noto che la funzione di via navigabile del Naviglio Grande fu importantissima ai fini della costruzione del Duomo di Milano, per il quale venne impiegato marmo di Candoglia; questo era portato a destinazione con un viaggio di oltre 100 km., che iniziava sul Toce sino al Lago Maggiore, attraversava quest'ultimo uscendone a Sesto Calende, superava le rapide della Miorina e del Panperduto, proseguendo poi lungo il Naviglio sino alla Darsena di Milano e da lì al laghetto di S. Stefano. Tutto il percorso era effettuato in esenzione da dazi, in quanto materiali destinati all'uso di costruzione del Duomo, cioè Ad Usum Fabricae, A.U.F., per cui ancor oggi si usa dire per chi viaggia senza pagare il biglietto "viaggiare ad ufo".

Si era venuta così a creare attorno alla Città di Milano una situazione particolarmente favorevole, in cui la elevata capacità produttiva della campagna irrigua trovava sbocco commerciale nei mercati interni ma anche stranieri, ai quali le merci provenivano grazie alla possibilità di trasferimenti lungo queste vie di navigazione.

L. Guicciardini nelle sue descrizioni dei Paesi Bassi (stampate ad Anversa nel 1567) indicava tra le merci ivi mandate da Milano e dal suo ducato anche "molti risi" ed "infino il formaggio appellato Parmigiano per mercanzia di importanza".

D. Berra, avvocato e studioso di agricoltura, indica una quantità di formaggio esportato dal milanese negli anni 1816-1821 (e cioè dopo l'apertura del Naviglio di Pavia), variabile da 15.000 a 23.000 quintali annui per un valore di 3-5 milioni di lire annue. Sottolinea ancora il Berra, il progresso realizzato per raggiungere tale risultato, considerando che Pietro Verri aveva affermato che nel 1752 Milano aveva esportato circa 5.000 quintali di formaggio.

Certo il trasporto di materie agricole non era limitato al formaggio, ma questo dato già sottolinea quale importanza avesse sin da quei tempi la possibilità di trasportare le mercanzie al loro recapito commerciale; anche Stefano Iacini, nel 1854, nel suo volume "La proprietà fondiaria e le popolazioni agricole in Lombardia" indicava tra i fattori per il progresso dell'agricoltura anche il potenziamento delle vie di comunicazione dai luoghi di produzione a quelli di consumo. Va peraltro precisato che tale movimento era ad esclusivo favore dei residenti nelle città cioè delle classi più abbienti.
Prima della rivoluzione industriale, la popolazione agricola in lombardia, negli anni tra il 1805 e il 1836 oscillava tra l'83% e l'85%!

Non c'è da stupirsi quindi che l'ingegnere Villoresi quando iniziò la sua attività di ingegnere agronomo dei Pii Luoghi Elemosinieri nel 1836, non notasse con amarezza come "...una troppa cospicua parte della Lombardia, la regione italica più ricca di acque, fosse afflitta dal flagello delle arsure deleterie.", in contrasto con la regione a Sud dei Navigli dove l'abbondanza di acque convogliate tramite alcune vie d'acqua, consentisse una elevata produzione agricola.

 

Territorio

Il comprensorio del Consorzio, così come configurato in seguito alla L.R. 59/84 e alla D.G.R. VI/42317 del 31.03.1999, ha una superficie territoriale complessiva di 278.922 ettari.
         
Superficie (in kmq)
         
Provincia
n° di comuni
ISTAT
interna al comprensorio
% su totale
         
Como
4
22,44
22,44
100,00%
Lecco
5
18,46
18,46 100,00%
Lodi
8
70,29
65,58
93,30%
Milano
134
1.581,24
1.535,98
97,14%
Monza e Brianza
41
303,57
303,57
100,00%
Pavia
52
604,80
593,18
98,08%
Varese
20
250,01
250,01
100,00%
 
   
Totale
264
2.850,81
2.789,22
-
         

Il territorio consortile risulta costituito dall’aggregazione di aree che sono state acquisite dal Consorzio in epoche diverse, di seguito elencate, richiamate con il nome del canale principale su cui gravitano (dove esiste) e facendo riferimento al provvedimento con cui sono state prese in carico dall’Ente:

· area "Villoresi", dal nome del canale principale d’irrigazione, D.C.R. 23/04/1975 n° 833;
· area "Bereguardo", dal nome del canale principale d’irrigazione, D.C.G. 20/12/1982 n° II/993;
· area "Martesana", dal nome del canale principale d’irrigazione, D.C.G. 21/04/1980 n° II/1545 e D.C.R. 21/07/1983 n°III/1259;
· area "Pavese", dal nome del canale principale d’irrigazione, D.G.R. 02/07/1985 n° III/53894 e D.G.R. 08/04/1986 n° IV/7633 e D.G.R. 25/07/1986 n° IV/11890;
· area "Basso Pavese", D.P.R. 26/04/1954;· area "Centro-Meridionale", acquisita in base alla L.R. 59/84;
· area a Nord del Canale Villoresi, come da D.G.R. VI/42317 del 31.03.1999, costituita da parte dei territori dei disciolti comprensori Varese e Brianza.
 
Superficie Territoriale......
278.922 ha
Indirizzi Produttivi.............
Diversi
Produzioni..........................
Diverse
   
 
   
 
   
 
 
 
 
 
 


 

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